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Gestazione per altri e coppie gay, Stanley Tucci contro il governo: “Italia conservatrice. I politici passano, ma le decisioni restano”

Aggiornamento: 7 lug

Nella docuserie "Tucci in Italy" l’attore mostra due uomini che hanno avuto un figlio in America con gpa e dice: “Spero che il significato legale della parola famiglia torni a quello latino di “chi vive nella casa”. Nella puntata anche i punjabi “eroi” del Grana Padano.


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“I politici vanno e vengono. Ma le loro politiche hanno effetti nel lungo periodo. E finché non sarà riconosciuto come cittadino italiano, questo bambino non potrà votare per cambiare il sistema”. Il bambino si chiama Martino Libero ed è nato, per volontà di una coppia omosessuale, con gestazione per altri negli Stati Uniti. Ma a parlare non è Elly Schlein, né Nicola Fratoianni, né il/la leader di un’associazione Lgbtq+. È, sorpresa, l’attore statunitense Stanley Tucci che, nella docuserie Tucci in Italy, non lesina critiche alle politiche sulla famiglia del governo Meloni. Cosa, come, dove, quando? Riavvolgiamo il nastro per capirne di più.


Tucci in Italy: un po’ Lineaverde, un po’ Alberto Angela – Lo diciamo subito. La serie è uscita in Italia il 19 maggio ma non ce ne eravamo accorti prima. E forse non solo noi. Detto questo, ogni puntata di Tucci in Italy racconta una regione mescolandone elementi di cucina ad aspetti sociali ed economici. Immagini suggestive, fotografia pulita ma efficace e ampio uso di droni. “Il miglior modo per capire l’unicità di un paese e delle sue genti, è il suo cibo”, dice nell’introduzione Stanley Tucci. La prima puntata, dedicata alla Toscana, parte dalle cave di marmo di Carrara e si concentra sul lardo di Colonnata, sul lavoro in cava e sul ruolo delle donne nella società apuana. La seconda puntata, invece, parla della Lombardia e si focalizza sulla potenza industriale e il carattere innovativo della regione. Trovano spazio, fra gli altri, il ristorante Da Vittorio di Brusaporto (BG) con il suo avveniristico orto verticale e gli allevamenti di storioni di Calvisius (Calvisano, BS). Poi Tucci se ne va più a sud, sul Po’, e la musica inizia a cambiare.


Il Grana Padano “salvato” dagli indiani – Tucci racconta caratteristiche e storia del Grana Padano: “Più leggero, più dolce e meno costoso del Parmigiano”. Dopodiché, ricordando come “poco meno di quarant’anni fa il suo futuro sembrava incerto”, esalta il ruolo della manodopera proveniente dall’estero, in particolare della comunità indiana Sikh, nel mantenerne viva la produzione in un momento in cui gli italiani stavano abbandonando il settore. La storia è nota e nelle cronache degli anni passati molta stampa, anche e soprattutto internazionale, dedicò diversi articoli a questo fenomeno. Un’inchiesta del New York Times del 2011 spiegava come, essendo il lavoro nelle stalle sempre più in disuso fra i giovani italiani, fossero stati proprio gli indiani del Punjub a rivitalizzarlo grazie alle loro conoscenze sull’allevamento delle mucche. Visitando un’azienda locale dove lavora un giovane di nome Gurpreet, Tucci lo dice chiaro e tondo: “I punjabi in Lombardia hanno salvato un’economia che oggi vale miliardi e spero questo abbia portato ad accettare questa comunità”. Poi aggiunge: “L’andamento del progresso non è sempre lineare. C’è una corrente inversa in Lombardia che minaccia i suoi ideali d’avanguardia”. Ed è qui che la storia prende una piega definitiva.


L’Italia conservatrice, i 2 Davide e la gestazione per altri - Mentre un drone sorvola zenitale incroci e piazze di Milano, Tucci cammina a passo svelto per recarsi a “un tipico pranzo domenicale con una famiglia milanese”. Dice: “Milano è un’isola di innovazione. Una città vibrante e moderna che oggi contrasta più che mai con le politiche conservatrici del Paese”. Sale le scale di un palazzo. La telecamera indugia su un bambino molto piccolo e poi l’inquadratura si allarga. Al tavolo con lui ci sono due uomini, i suoi genitori: Davide Fassi e Davide Chiappa. Mentre schiacciano delle patate per preparare gli gnocchi al ragù, spiegano che Martino Libero è nato in Oregon tramite gestazione per altri. Quella che in senso dispregiativo viene chiamata “utero in affitto” e che il governo ha dichiarato “reato universale” con la legge 169/2024. “Per uno scherzo del destino, quando erano ancora negli Stati Uniti – racconta Tucci – hanno scoperto che la legge italiana era cambiata dal giorno alla notte”. Per inciso, la gpa era già una pratica vietata in Italia dal 2004. La legge ha esteso il divieto anche all’estero. “Lui è ovviamente solo un cittadino americano ma – dice uno dei due – mentre negli Usa siamo entrambi genitori qui no, perché non possiamo tradurre il suo certificato di nascita”.


Il pranzo coi 4 nonni paterni e il futuro del bambino - I genitori proseguono nel racconto di quei giorni di “tempesta politica” quando “il governo ultra…”. La frase è fatalmente interrotta da un piccolo pianto del bambino. “Non lo potete adottare?”, chiede Tucci. “No, ma anche prima di questo governo non potevamo”. “Perché allora avete voluto dei bambini?”, chiede ironico l’attore. Risate. I genitori indossano magliette con i colori arcobaleno e dopo poco arrivano i nonni (tutti paterni, tutti e quattro). Al centro della narrazione c’è l’amore per il bambino e per la cucina. Il messaggio è: così come due uomini possono cucinare il pranzo per tutta la famiglia, possono crescere anche un bambino assieme. Si comincia a mangiare e uno dei genitori si sfoga: “Non è facile. Siamo preoccupati non tanto per il nostro futuro, ma per il suo”. Si salva solo Milano, “isola felice della Lombardia”. Rincara una nonna a mo’ di governo ladro: “Promettono tanto e non fanno niente”. Ma invece, ciò che hanno promesso sulla gpa, lo hanno mantenuto eccome.


Se non puoi votare non puoi cambiare le cose – Avviandosi verso la conclusione, Tucci lancia il suo monito: “I politici vanno e vengono. Ma le loro politiche hanno effetti nel lungo periodo. E finché non sarà riconosciuto come cittadino italiano, questo bambino non potrà votare per cambiare il sistema”. L’attore, che in questi giorni sta pubblicando numerose storie in sostegno alla popolazione di Gaza, aggiunge di sperare in un futuro in cui “il significato legale della parola famiglia si avvicini a quello latino di “chi vive nella casa”. Non sappiamo se i suoi auspici si avvereranno o meno, né vogliamo scadere nel più classico dei “la sinistra riparta da Tucci”. Quello che ci sentiamo però di dire è che viviamo in Paese, e in una regione, magnifici. Che ha sempre difeso le sue tradizioni senza tirarsi indietro dalle nuove idee. Perché su certi diritti e determinate situazioni lo Stato non si limita a fare lo Stato, cioè a disciplinare, ma tende a farsi giudice morale e legislatore in nome di una non si è ben capito quale famiglia tradizionale? Ma, soprattutto, perché ce lo deve venire a spiegare un attore americano, per quanto il più italiano degli attori americani, che si occupa di cucina?

 
 
 

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