“È un introito per lo Stato”. Il gelato arriva alla Camera dei deputati: sei gusti, due giorni di lavori e una polemica infinita
- The Journalai
- 7 nov
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 8 nov
Siamo stati sulle tracce dell’onorevole coppetta tra Transatlantico, buvette, commissioni. Il questore di Fratelli d’Italia, Trancassini: “Meglio che andare da Giolitti”
“I gelati sono buoni, ma costano milioni”, è un verso di un non troppo celebre (ma sicuramente celeberrimo) brano degli Skiantos, la miglior band di rock demenziale mai nata in Italia. I gelati proposti in buvette alla Camera dal questore di Fratelli d’Italia Paolo Trancassini, probabilmente non costeranno milioni, ma in quanto a celebrità godono di ottima salute. E dire che devono ancora arrivare.

Gelato sì, gelato no, gelato gnamme – Approfittando di un paio di santi in paradiso, abbiamo potuto trascorrere (in incognito), una giornata alla Camera dei deputati. Obiettivo dichiarato, fare chiarezza sulla questione dei gelati alla buvette di Montecitorio, “battaglia” del partito della premier Giorgia Meloni per sanare un’insopportabile mancanza cui era necessario porre rimedio. Ma arriveranno davvero? Perché qualcuno sostiene il contrario? E chi ci guadagnerà?

Alle origini del male: la “disparità di trattamento” per i deputati – Fino ad oggi, l’unico gelato (confezionato) poteva essere acquistato solo nel bar dei dipendenti, al piano sotterraneo. Ma non è che nella nostra camera Bassa si possa andare in giro con coni e coppette come si fa sulla passerella al mare. Ci mancherebbe. Di qui, l’idea del questore di Fratelli d’Italia Trancassini, che ha giustificato la proposta come “atto di giustizia per i parlamentari”. Ma attenzione, il gelato sarà solo in coppetta. Questo perché, le regole di Montecitorio, prescrivono che ciò che viene acquistato alla buvette, debba essere consumato sul posto. Quindi, piccole coppette da gustare velocemente.

I baristi del Transatlantico: “Nel weekend arriva il frigo”. Ecco i gusti scelti – Entriamo anche noi nel bar e fra un saluto (non ricambiato) a Mara Carfagna e un prosecchino, avviciniamo gli eleganti barman in bianco del Transatlantico. “Sì certo che arriva il gelato, nel weekend arriva il frigo”, ci dice uno di loro. Il problema è che l’ampio bancone disegnato da Ernesto Basile, uno dei maggiori esponenti del Liberty italiano, non è predisposto ad accogliere gelati. Pertanto, dovranno essere fatte alcune modifiche alla struttura. “E mica son sicuro che in 48 ore si fa tutto sto lavoro”, è la previsione già fosca del barman. I gelati saranno messi dove oggi trovano posto biscotti e altri dolcetti, nell’angolo a sinistra rispetto all’ingresso del bar. Grandi classici per i gusti: cioccolato, crema, con ballottaggio tra nocciola e pistacchio per quelli un po’ più golosi, mentre, sul fronte della frutta, sono certi limone e fragola, con dubbi sulla sesta scelta. Ancora nessuna notizia sulla panna, opzione che qualcuno avrebbe caldeggiato ma sulla quale si è abbattuta una profonda coltre di silenzio.

Trancassini FdI: “Gelati? Un introito per lo Stato” – Abbiamo rincorso inutilmente l’onorevole Trancassini nella nostra giornata romana. Ci dicono a metà mattinata che è a un convegno in zona Salita del Grillo. Tema: il diabete, che col gelato è la morte sua. Ma arriviamo tardi e lo manchiamo di un soffio. Dopo qualche tentativo, però, risponde al telefono. “Il gelato sarà al bar della buvette già dalla prossima settimana ma non chiamatela battaglia”, dice, smentendo i rumor che sostenevano come la premier Giorgia Meloni, su una questione non proprio centrale, avesse richiamato tutti all’ordine. Ma la presidente del Consiglio, “proprio perché ha cose più importanti a cui pensare”, non si sarebbe proprio interessata alla vicenda, sostiene Trancassini. “E poi è un introito per lo Stato perché così – rimarca – i nostri deputati anziché comprarlo da Giolitti (storica gelateria e pasticceria a due passi dalla Camera, ndr) reimmetteranno denaro nelle casse pubbliche”. Un modo per reimpiegare statalmente gli stipendi dei parlamentari. Che già pubblici sono. Ancora gli Skiantos: “Quando prendo lo stipendio, in gelati me lo spendo”.
“Per me un affogato al caffè”. A Montecitorio è già gelato-mania – Una giovane deputata entra nel bar e chiede una coppetta. “Onorevole non ci sono ancora”, risponde laconico il barista. “Uff”, replica lei. Ci affacciamo alle tribune dell’aula. In un clima sostanzialmente sonnambolico, prende parola Emilio Borrelli di Europa Verde che, nei giorni scorsi, avrebbe definito la gelateria di Montecitorio “uno sputtanamento”. Vediamo entrare il renziano Francesco Bonifazi e lo intercettiamo fuori poco dopo. “La vicenda non mi appassiona perché sono un italiano sui generis e non amo – ci dice – né la pizza né il gelato”. Sempre in forma Bonifazi. Le opposizioni sul tema fanno sentire il loro peso: “A me piace tanto ma non lo posso mangiare, sto attenta ai dolci”, risponde Paola De Micheli del Pd. E se per la deputata di Sinistra Italiana Elisabetta Piccolotti, “quelli di Fdi si sono incaponiti con questa storia e non capiamo perché”, anche un membro storico di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato, ha qualche perplessità: “Non ne so un cazzo, non mi hanno detto un cazzo”.
Il questore pentastellato: “Ho votato contro perché non è una priorità” – La decisione di introdurre il gelato a palazzo è stata presa dal Collegio dei Questori, organo che sovrintende alle spese della Camera. I questori sono tre. Il già citato Trancassini, il leghista Alessandro Manuel Benvenuto e Filippo Scerra del Movimento 5 Stelle, che aveva dato parere contrario all’iniziativa. “Non si tratta di cifre elevatissime ma dobbiamo risparmiare su tutto e per me – racconta – non è una priorità”. Ovviamente è stato messo in minoranza. Dura la vita di un pentastellato in mezzo a due di destra. “In realtà spesso ci troviamo d’accordo, abbiamo per esempio bloccato gli stipendi dei parlamentari. Banale ma non scontato”. Insomma, anche i questori hanno fatto cose buone.
Lollobrigida: “L’importante è che sia italiano” – Non conosciamo il costo dell’onorevole coppetta alla Camera. Differentemente da quanto la vulgata possa far pensare, però, i prezzi per i parlamentari non sono stracciati. Mettiamo mano, ad esempio, al menù del ristorante. Un baccalà in umido sono 19,20€ senza contorno e se volessimo aggiungervi del radicchio rosso sarebbero altri 7,50€. Magari il rapporto qualità prezzo è vincente, ma non è tutto oro quello che luccica. Incrociamo così il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, favorevole all’iniziativa “purché sia fatto con nocciole italiane, uova italiane, coppette italiane”. Ma siccome c’è sempre qualcuno più sovranista di te, il presidente toscano Eugenio Giani, scherzando, non manca di far sentire la voce del suo territorio: “Molto grave l’assenza della crema fiorentina Buontalenti, il gelato lo inventò lui”.
Ma sinceramente, quanti di voi mangiano il gelato a novembre? – A Roma fa caldo e la nostra giornata volge al termine. I turisti per strada che mangiano gelato non sono pochi. Noi nordici, però, siamo già relegati alla brina sulle auto al mattino e ci chiediamo se poi, alla fin fine, sia valsa la pena lanciare la coppetta in buvette di novembre. Tra poco sarà Natale. Non sarebbe stato meglio strudel con vin brulé?
Di Daniele Alberti e Andrea Lattanzi




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