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Lega-lize, il capo dei giovani leghisti voleva salvare la cannabis light (ma non l'hanno ascoltato)

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“Che Dio me la mandi buona”. Luca Toccalini, deputato e coordinatore dei giovani della Lega, arriva in anticipo all'appuntamento con i Journalai. Anticipo lodevole, ma perfettamente inutile. Siamo alla Terrazza Testimone, location talmente bella che vorremmo usarla per tutto tranne che per lavorare, e siamo ancora parecchio indietro con l’allestimento del set di "Journalai al Cubo". Si tira un dado e ad ogni faccia corrisponde una domanda ignota all’intervistato. Invasive, maleducate o, semplicemente, troppo giuste per far piacere al malcapitato, le domande del cubo affidano l’intervista al caso.


Il Cubo. Inizia il gioco

Il Toc - così lo chiamano i giovani padani o, forse, è solo a noi che piace chiamarlo così - si fa due svapate sulla terrazza, mentre social e homepage dei quotidiani si riempiono di inchiostro per l’inchiesta sull’urbanistica di Milano. Qualche chiacchiera mentre piazziamo telecamere e microfoni, un sorriso e via: si parte. Primo lancio, primo incidente. Esce il numero uno. Dobbiamo consegnare al Toc una maglietta in cui Alberto da Giussano, il vero simbolo del Carroccio, tiene in mano una canna al posto del classico spadone. Sopra, una scritta non lascia spazio a interpretazioni e recita: “LEGALIZE”, giocando sull’assonanza con la Lega. Il Toc non si offende, anzi, e risponde alla nostra domanda su uno dei temi più spinosi (e fumosi) del momento: la cannabis light (sulla cannabis "vera" manco ci proviamo, sappiamo la sua opinione).


Il Toc
Il Toc

Per chi ha perso le ultime puntate:

Dal 2016, la cannabis light (quella col THC più basso dell'insegna Generali al Citylife) era legale. Poi, con l’arrivo del Decreto Sicurezza, dal 12 aprile 2025 è calata la scure su una filiera che conta tra i 15.000 e i 40.000 lavoratori nel nostro Paese (mercato incerto, stime incerte). È stata vietata la vendita, la detenzione, la trasformazione e, ovviamente, il commercio. Il problema è che però fumare le infiorescenze di cannabis light, che gli operatori del settore chiamano più tecnicamente canapa industriale, è l’uso più stupido che se ne possa fare. Oli, cosmetici, tessuti, materiali da bioedilizia, prodotti alimentari. C’è tanto che si può fare con questa pianta che, però, ha il brutto vizio di fare un fiore. Ecco, è proprio il fiore che è stato messo fuorilegge. Si potranno fare gli stessi prodotti con fusti e foglie? Un po’ sì e un po’ no. Però, insomma, un bel calcio nel sedere a 3.000 aziende è stato dato.


L’errore del governo sulla cannabis light. La versione di Toccalini

Perché allora la Lega, così affezionata agli imprenditori, ha deciso di affondare un intero settore economico che funzionava e dava pure una mano al PIL? E qui Toccalini ci sorprende. “Questo è un bel tema - ci dice serio - io non ero d’accordo sull’inserimento della cannabis light nel dl sicurezza. Una cosa è chiudere chi lavora sottobanco e magari vende cannabis psicoattiva, un’altra è far fuori tanti giovani imprenditori, anche vicini al centrodestra, che esportavano e davano lavoro. Ora si trovano a dover chiudere tutto”. Pare che il capo dei giovani leghisti, durante un giro a Brescia, abbia incontrato alcuni impresari del settore che gli hanno espresso tutte le loro (giuste) preoccupazioni. "Ho provato a farmi ascoltare ma – specifica – niente, non c’è stata possibilità”.


Prostitute e tatuaggi celtici Al Cubo, cannabis a parte, si parla di tutto. Le inchieste milanesi, il passato del Toc da steward a San Siro (“L’unica cosa di cui mi vergogno ad avere in comune con Di Maio”), e di legalizzazione della prostituzione, della quale lui, fra le altre cose, si fa sostenitore. “Milano è juventina”, arriva a dire in uno slancio di erotismo bianconero. Ci mostra un tatuaggio sull’avambraccio, tre spirali intrecciate che convergono in un punto centrale. “È un triskell celtico – ci spiega – simbolo di moto perpetuo e ricorsività. La vita è così se ci pensate. Tutto ruota, tutto si muove, tutto va verso qualcosa ma poi ricomincia da capo”. Risponde alle nostre domande, anche a quelle più stupide, sembra a suo agio.


Il tatuaggio del Toc
Il tatuaggio del Toc

Lo sliding door con Vannacci e l'importanza delle spirali Ed è a suo agio anche perché, ormai, non è più il golden boy di Pontida: a 35 anni, e con un segretariato giovanile che sa un po’ di fuori corso, molti lo davano per vicesegretario del partito. Ma il posto se l’è preso un certo Generale Vannacci, che evidentemente al dado ha avuto più fortuna. Se quel colpo fosse andato a segno, a Pontida Giovani ci sarebbe stato il passaggio di consegne e oggi, forse, parleremmo di un’altra storia. “Per fare il coordinatore dei giovani bisogna girare tanto e – ci spiega – fare molti sacrifici. Serve essere parlamentari per reggere il ritmo". Tradotto: se non sei in aula, sei in treno. E se il treno ritarda o si rompe (succede) le cose si complicano. Morale della favola? Toccalini resterà ancora un altro anno a capo dei giovani, aspettando un suo naturale sostituto. Proprio come lui aveva sostituito Andrea Crippa qualche stagione fa. La ruota gira, ma a volte si incastra. Meglio le spirali che, invece, non si incastrano mai.


di Daniele Alberti e Andrea Lattanzi

 
 
 

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