Senator Calenda, ma cosa combina?
- The Journalai
- 14 set
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 set
Breviario essenziale dell'incredibile giornata del leader di Azione alla convention di Forza Italia Giovani: litiga con Schifani (che se ne va), demolisce un giovane del suo partito, fuma
durante un'intervista, incassa applausi a non finire.

Un’ipotetica fenomenologia di Carlo Calenda dovrebbe contenere, quantomeno in appendice, un sunto della prestazione politico-educativa del leader di Azione ad Azzurra Libertà, la tre giorni organizzata dai giovani di Forza Italia a San Benedetto del Tronto. E non tanto per gli applausi (tantissimi), incassati durante il suo intervento dal palco, quanto per tutto ciò che è riuscito a dire e fare in meno di due ore in riva al mare. Ma se della lite con il presidente siciliano Renato Schifani si è scritto e detto molto (trovate un ottimo sunto qui), è tutto il contorno che merita attenzione.
Non appena arrivato, dopo i convenevoli con il capo forzista Antonio Tajani, afferra gli occhiali di un cronista, se li mette, li definisce “da coatto” e ricorda i bei tempi andati con Lapo Elkann. Lapo Elkann che, invece, gli occhiali li aveva “molto più belli” benché, all’epoca, risultasse un po’ troppo “tirchio”. Beata gioventù.
Si scatta selfie, saluta tutte e tutti. Sembra molto a suo agio nel partito fondato da Silvio Berlusconi. Strano per uno che ha dichiarato di essere stato iscritto alla Federazione Italiana Giovani Comunisti. Ma così strano non è se si pensa che alle regionali è rimasto solo come la particella di sodio di una nota pubblicità di acqua minerale. "Solo" per scelta, ça va sans dire.

Di fianco a lui c’è Ettore Rosato, ex-renziano di ferro passato da tempo in Azione. “Se mi manca Renzi? No, Renzi sta con la sinistra radicale”. Meglio stare con Forza Italia, allora. Talmente meglio che ci sono tanti ragazzi dell’under 30 di Azione ad Azzurra Libertà. E non per un giorno solo, ma per tutti e tre.
Fanno parte del gruppo di Svolta Liberale e sognano un grande partito lib in Italia e in Europa. Ragazzi giovanissimi, ventenni o giù di lì, tutti o quasi iscritti ad Azione. Sono stati invitati nelle Marche dai cugini di Forza Italia Giovani. Hanno un loro stand sul cui tavolo campeggiano, in bella vista, una serie di deliziosi cappellini con la scritta “Make Europe Great Again”. Un ribaltamento semantico e politico del più celebre Make America Great Again di stampo trumpiano.
Calenda si ferma dai “suoi” ragazzi per registrare un contenuto social. "Ma che so' sti cappellini?" chiede non celando un certo disgusto per l'iniziativa. Loro spiegano invano, Calenda non cede e taglia corto: "Non si può usare. Ricorda Trump".

Poi il senatore si siede per registrare il video. Il format è molto semplice. I ragazzi leggono una citazione e l'intervistato deve indovinare a chi appartiene. Calenda se la cava bene, peccato quella sigaretta accesa in mano e le ampie boccate fra una domanda e l'altra. Ma può un leader di partito nel 2025 fumare durante una registrazione? Non è una questione di moralismo, ma di educazione. E poco cambia se si chiede di non essere ripresi mentre si fuma perché sia mai che gli elettori non gradiscano.
Terminato il video, Calenda si alza e si rivolge a uno dei ragazzi: "Ma spiegatemi Svolta Liberale, cosa siete?". "Vogliamo diffondere il pensiero liberale in un paese che liberale non è". Calenda lo guarda, incuriosito, e replica: "Vuoi discutere di pensiero liberale con me?", per partire poi coN un'ampia (e lunga) digressione sul liberalismo, da John Stuart Mill a Luigi Einauidi. La scena è piuttosto singolare. Parla solo Calenda, il ragazzo ascolta. Forse immaginava qualcosa di diverso, uno scambio sul partito, una parola buona per i giovani. Niente di tutto questo, purtroppo, arriverà. "Il liberalismo è l'essenza del pragmatismo e si pone domande perfino su sé stesso. Capito?". Appena finito di professare, il leader azionista se ne va senza neanche salutare. Il ragazzo rimane di pietra e il suo volto tradisce una certa delusione. Si consulta un poco con i suoi compagni e si allontana da solo. Deve metabolizzare.
E qui sorge la domanda. Calenda è una persona carismatica che ripone molta fiducia nel suo ego per fare politica. Anche se ospite, mette davanti a tutto le sue prerogative (vedi l'affaire Schifani, per cui il governatore ha sottolineato che "Calenda era a casa mia"). Non sarebbe però utile, alle volte, provare a rinunciare a qualche parola per ascoltare e capire cosa vogliono gli altri, in questo caso un ventenne che per il tuo stesso partito dà anima e corpo? Erano in tanti di Azione all'evento di Forza Italia. Chissà se alla fine non ci prendano gusto e alle lezioni del professor Calenda non finiscano per preferire altre parrocchie. A quel punto altroché particelle di sodio, senatore.
di Andrea Lattanzi




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