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Scontro Schifani–Calenda: ”Sicilia va cancellata”. Il governatore lascia l’evento, Gasparri e Leoni 'bisticciano' e poi smentiscono

Aggiornamento: 14 set

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Video del Fuorionda completo sul canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=dFqYPFKzY6E



Un pomeriggio destinato alla celebrazione della gioventù forzista si è trasformato in un caso politico nazionale. Alla convention “Azzurra Libertà”, in corso a San Benedetto del Tronto, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha abbandonato anzitempo l’evento dopo un duro diverbio con il leader di Azione Carlo Calenda.


La miccia si accende quando, prima di salire sul palco, Calenda si ferma a parlare con Schifani sulla sabbia marchigiana, di fronte al tendone che ospita l’evento. Al centro della discussione, la governabilità delle Regioni e la loro stessa esistenza. «Tu sai come la penso – avrebbe detto Calenda – io sono per la chiusura di quasi tutte le Regioni e della Regione Sicilia. Tu riesci a governare con il voto segreto? No. Se non li cambi – avrebbe aggiunto il leader di Azione, riferendosi presumibilmente alla giunta sicula – li devi mandare al confino». 

La replica del governatore è secca: «Non è il modo di fare politica questo».


Segue la fuga di Schifani, che giustifica sul suo canale Facebook le motivazioni del gesto:


«Come siciliano e come presidente della Regione Siciliana non posso tollerare le gravi parole pronunciate da Carlo Calenda a San Benedetto del Tronto, quando ha detto che la Sicilia “dovrebbe affondare” e che le Regioni andrebbero cancellate. Ho provato a ribattere con i fatti ma, di fronte a un cieco pregiudizio, ho rinunciato a discutere. La Regione Siciliana merita rispetto e continuerò a difenderla con serietà e dignità istituzionale».


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Il nervosismo è palpabile, così come – paradossalmente – il clima altalenante: prima il governatore siculo elogia il leader di Azione affermando che «Carlo è un uomo liberale, le cui idee coincidono in gran parte con il nostro progetto di economia liberale» e aggiungendo che «Silvio Berlusconi avrebbe sicuramente apprezzato molte delle sue posizioni». Salvo, un’ora dopo, ribaltare tutto con una rottura completa affidata ai social.


E pensare che, poco prima che salisse sul palco di Azzurra Libertà “Mister Confino”, il segretario nazionale Antonio Tajani aveva difeso l’invito spiegando: «Noi siamo contro linguaggi aggressivi di cattivi maestri. Siamo convinti che in democrazia colui che non la pensa come noi non è un nemico ma un avversario. La bravura è nel convincere il maggior numero di cittadini».


Detto fatto. Schifani è uscito di scena e le tensioni interne a Forza Italia non si sono fatte attendere. Sembrerebbe infatti che l’episodio non si sia esaurito con l’addio del governatore alla convention, ma abbia innescato malumori interni al partito: si mormora che il leader dei Giovani Azzurri Simone Leoni e il senatore Maurizio Gasparri si siano trovati su posizioni opposte. Il primo difendendo la scelta di aprire al confronto, il secondo giudicando azzardato l’invito.


Come andrà a finire è ancora poco chiaro. Di certo, però, il tendone in mezzo alla sabbia di San Benedetto del Tronto si è trasformato per qualche ora in un’arena d’anfiteatro, con al centro un caso politico nazionale e due gladiatori: Mister Confino e Renato lo Schifato.



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Nel frattempo i giovani forzisti si sono sportati al 45 giri, seguendo il richiamo di Dj Gasparri al grido di 'fottitene e balla'. La serata divampa tra inni berlusconiani, cori espliciti e quella stretta di mano dietro alla consolle che allontana le polemiche: Una notte da Leoni e nessuna 'scaramuccia' rimarcano il leader dei Giovani Azzurri e Dj Gasp. 'Discutevamo per altro, non per Calenda' hanno chiosato.


Redazione dei The Journalai 

 
 
 

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