Tajani al cospetto dei Berlusconi. Pier Silvio e Marina lo benedicono, ma a distanza
- The Journalai
- 1 ago
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Antonio Tajani esce dalla sede Mediaset in silenzio. Nessuna dichiarazione. Solo un sorriso tirato, il genere che si indossa quando si è appena stati convocati da due azionisti e non si sa se si è ancora amministratore delegato. Il copione lo invia dopo, da lontano, all’ANSA, dove conferma che “è andata molto bene” e che l’incontro “riconferma il patto tra la famiglia Berlusconi e Forza Italia per il futuro”. Tradotto: siamo ancora amici su Facebook.
Il pranzo, durato poco più di due ore, è stato definito “di lavoro” dai media, ma il finale era da fiction: sorrisi, abbracci, baci davanti alle telecamere piazzate fuori, per i cronisti lasciati a secco come in un servizio di Studio Aperto sulle onde anomale. Una scena da C’è posta per te, ma con meno emozione e più spin doctor.
Location istituzionale - Il dettaglio più interessante però è la location. Niente casa di Marina, questa volta. L'incontro si è tenuto negli uffici Mediaset di Cologno: ambiente climatizzato, neutro, aziendalmente sanificato. Dagli ambienti di Forza Italia dicono che è stata una scelta precisa, per marcare le distanze da Tajani e tenere il tutto su un piano formale. Niente coccole, niente pasticcini di casa: solo badge, sedie ergonomiche e senso del messaggio.
Attorno al tavolo, oltre a Marina e Pier Silvio, c’erano anche Gianni Letta e Danilo Pellegrino, amministratore delegato di Fininvest, lì a ricordare che quando parli con i Berlusconi, lo fai su carta intestata.

Le dichiarazioni ufficiali hanno fatto il loro dovere: “profondo legame”, “sostegno costante”, “collaborazione attiva”. Ma la sostanza è chiara: nessuno dei due vuole fare politica attiva. Marina non entra, Pier Silvio al momento attende. "Ho promesso a papà che non sarei entrato" dice a qualche dipendente nei corridoi di Cologno. Ci tengono al brand, meno al partito. Sono come quegli ex che dicono “ti voglio ancora bene” ma non vogliono più vederti nudo.
In realtà, l’obiettivo principale dell’incontro era uno: Tajani doveva mostrare che la benedizione dei Berlusconi è ancora valida, dopo che Pier Silvio aveva pubblicamente asfaltato l’ala geriatrica del partito, Ius Scholae incluso. Una mossa che aveva fatto sussultare perfino Maurizio Gasparri, noto per essere inamovibile e autoreferenziale come un busto di Cavour. "A noi non ci silura nessuno", aveva detto Gasparri alla partita del cuore mentre era impegnato a scattarsi una foto con Topo Gigio, "sapessi quanti ne ho silurati io". E in effetti, ogni tanto, qualcuno sparisce e poi si scopre che era stato a un pranzo con lui. Al momento tutto è fermo: Tajani (così si dice) aspetta il Quirinale, i Berlusconi aspettano (forse) una riformattazione del partito in HD. Intanto il centrodestra guarda, come sempre, le immagini: Tajani sorridente, i Berlusconi affettuosi, e il messaggio subliminale che passa forte e chiaro. Il futuro? In post-produzione.




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