Vannaccizzare la Lega o ‘leghizzare’ Vannacci?
- The Journalai
- 21 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 30 mag
“Non scambiamo la seta con la lana". VannaX a Generale Gerli: "meglio un cotone eccellente di una seta scadente"

C’era una volta la Lega. Quella di Bossi, del “Roma ladrona” e di “Padania libera”. Oggi non ci sono più né la ruspa né il sogno secessionista: da “Prima il Nord” si è passati a “Prima gli italiani”.
Ed è così che Don Matteo (Salvini) ha ufficializzato la candidatura del generale patriota, Roberto Vannacci, proprio il 25 aprile — data simbolica della Liberazione che, per alcuni, dal 2024 potrebbe segnare anche l’inizio della “Vannaccizzazione” del regno di Pontida.
Un anno dopo, come un fulmine che squarcia il cielo padano, il Generale torna a colpire. Il giorno prima del 25 aprile — che per lui resta solo la festa di San Marco — durante un comizio a Desio, Vannacci sgancia la bomba: “Condivido tutto quello che dicono gli esponenti del Carroccio? No. Cercherò di Vannaccizzare la Lega”.
Parole nette, che rimbombano soprattutto ora che, oltre alle riconferme dei vicesegretari Alberto Stefani e Claudio Durigon, sono arrivati due nuovi innesti: Silvia Sardone e proprio lui, General X.

Durigon è tra i più entusiasti: “La sua scelta è una risorsa. Ha portato 500.000 voti, un grande seguito e forza al nostro partito. 'Vannaccizzare' la Lega o legalizzare Vannacci? – sorride mentre prende tempo – È competente e bravo: starà benissimo nella Lega… di Salvini”.
Anche Luca Toccalini, deputato e coordinatore federale della Lega Giovani, lo difende:“Ogni ingresso porta frastuono, ma Vannacci non è più visto come un indipendente. Sta facendo lo stesso percorso che fecero Borghi, Bagnai e Rinaldi nel 2014: da alieni a leghisti DOC”. E sulla famosa “Vannaccizzazione”, Toccalini chiarisce: “La Lega è il partito più storico del Parlamento. Il leghismo di ieri e quello del 2025 possono coesistere. Possiamo solo beneficiarne”.
E mentre una noia di mutismi si stanzia tra i No VannaX e i Sì VannaX, a rompere il ghiaccio ci pensa il generale della Guardia di Finanza Giuseppe Gerli, scambiato per Vannacci durante un incontro istituzionale con Zaia e il ministro dell’Interno Piantedosi: “Non mischiamo la lana con la seta”, ha affermato, tagliando corto ad altri commenti.

General X però, non si contiene e risponde a Gerli minimizzando: "Lana? A me va bene anche il cotone, purchè sia eccellente. Perché è meglio un cotone eccellente di una seta scadente".
"Sono entrato come indipendente - rimarca VannaX - e quello che penso sarà quello che faccio e la cosa invidiabile è che quello che penso è sovrapponibile a quel che pensa la Lega, quindi penso di avere un buon margine di manovra per vannaccizzarla".
Dal fronte padano non si fa attendere la risposta di Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, che nel 2024 al General X preferiva candidati locali: “Più che Vannaccizzare la Lega, parlerei di Leghizzare Vannacci”. E con lui arriva il sorpasso in gondola del Doge del Veneto, Luca Zaia, che rincara con ironia: “Ah, bene! Buono a sapersi. Ma prima di Vannaccizzare, dovremmo Zaizzare e Fedrighizzare la Lega. Il partito ha tante anime, ognuna con la sua voce. L’importante è l’identità”.

Identità, sì. Ma anche pragmatismo. “Non è che più stai in un partito, più hai diritto a fare carriera”, ribadisce Fedriga. “Giusto che Salvini scelga la squadra con cui lavora meglio. Sarebbe folle il contrario”.
"Ognuno porta qualcosa di sé, - chiude la questione General X - ce la giocheremo su chi sarà più convincente, influente e capace nel coinvolgere più leghisti. Io parto da 560.000. Loro, giocheranno". E dalla Lega al mondo al contrario è un attimo. Tanto che pure Alessandra Mussolini, nipote del 'figlio del Secolo', è approdata alla corte del Capitano, arricchendone le fila a discapito degli alleati di Forza Italia. Ovviamente, neanche a dirlo, pure l'ex forzista ha preferito il silenzio evitando di commentare cosa si aspetti da questa nuova avventura. Silenzio rotto da VannaX che affonda su temi e vedute distati come le comunità LGBT, maternità surrogata e riarmo dell'Europa: "Spero sposi i principi, gli ideali e i prilastri fondamentali del partito". Poi, sulla possibilità di andare a fare un giro con la Mussolini al Pride, sentenzia: "Non avrei problemi, sarei l'unico attivista eterosessuale presente. Non ho paura di Isis e talebani, figuriamoci di chi sfila con le piume di struzzo in testa". E mentre divampa il caso a Taranto, sull'endorsement del Generale che evoca nuovamente la X Mas, niente di nuovo dal fronte 'settentrionale', hanno fatto quasi tutti voto di silenzio, anche chi dichiarava di avere l’umore a -2000 il giorno in cui, tra le fila del Capitano, si è aggiunta la figurina di un Generale. E in tutto questo la nostra domanda resta una sola: E Crippa? Che fine ha fatto? Non ci risponde. Ma noi lo aspettiamo al podcast dei The Journalai. Non lasciamo indietro nessuno. di Edoardo Bianchi




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